In primo luogo, bisogna tenere in considerazione gli specifici requisiti di sicurezza previsti per il settore alimentare: a monte tutte le macchine devono essere progettate dai costruttori in modo da escludere il contatto con l’alimento; a valle, gli operatori devono valutare il proprio processo e mettere in pista controlli e contro-misure al fine di garantire la salubrità del prodotto immesso sul mercato. È quindi necessaria un’attenta valutazione che prenda in considerazione l’effettivo rischio chimico, quello microbiologico e la sicurezza sul lavoro derivanti dall’utilizzo di un determinato lubrificante.
È poi di fondamentale importanza considerare i requisiti tecnico-applicativi dei propri macchinari: nella produzione alimentare i lubrificanti spesso devono soddisfare requisiti tecnici particolarmente elevati. Per esempio, oltre alle funzioni base a cui sono preposti (ridurre l’attrito, proteggere dalla corrosione, dissipare calore e sigillare), devono essere fisiologicamente innocui, inodori e insapori. Inoltre, sono spesso esposti a condizioni ambientali e operative particolarmente impegnative, tra cui umidità, contaminazione ambientale, temperature estreme ed utilizzo di detergenti aggressivi.
Altrettanto importante è poi l’utilizzo appropriato dei lubrificanti: per i motivi sopra esposti è necessario scegliere ed utilizzare i lubrificanti secondo una corretta destinazione d’uso, sia dal punto di vista applicativo che normativo. Un utilizzo improprio del lubrificante, per esempio utilizzando un distaccante 3H in un’applicazione che richiede invece un lubrificante, può determinare un elevato rischio in termini di sicurezza per il processo, gli operatori di linea o manutenzione, e i consumatori.
I tecnici di Klüber Lubrication sono sempre a disposizione nella scelta delle soluzioni più adatte alle specifiche esigenze del singolo impianto.
Articolo pubblicato su FoodExecutive (ottobre 2021)